Il costante dinamismo narrativo di Gabriele Zago è evidente. Scatti in cui emerge una netta antitesi rispetto alla solita staticità di un’immagine fotografica. Dove l’energia esulta, restituendo la misura interiore di un viaggio che, inarrestabile, continua. In ogni istantanea si sovrappongono suggestioni, stimoli e input in un vortice che racconta un altrove lontano. È così che ci racconta un cammino compiuto tra incontri e sensazioni, calato in una dimensione insolita e quasi onirica, carico di dialoghi muti e di impressioni intangibili.
Babbo Natale quest’anno ha perso le idee. Le ha seminate per strada. Così ci siamo occupati di raccoglierle tutte per portarle nella nostra galleria. Per farlo, abbiamo chiesto aiuto ai nostri artisti perché i suoi aiutanti erano molto occupati. Edizione 2016
Echi, ombre e riverberi visivi. Immagini moltiplicate da innesti e stratificazioni si condensano a ritmo serrato nelle caleidoscopiche e scenografiche invenzioni di Michele Liuzzi. Spazi e tempi differenti convivono in ogni opera, frutto di un accurato montaggio di materiali di repertorio, accostati o sovrapposti per layers, ricreando luoghi tanto irreali quanto evocativi, densi di infinite possibilità narrative lasciate aperte allo spettatore.
Un sorriso. Una D rovesciata. Una lingua. Una barca. Una mezzaluna. Una poltrona vista dall’alto. Un’amaca. La coppa di un calice. Un diavoletto. Un occhio chiuso. Ma anche un’ala. Ognuno, guidato dalla propria sensibilità, interpreta. Tu, cosa vedi? Abbiamo chiesto ai nostri artisti di interpretare il Natale e di raccontarcelo. Si sono persi tra tante, tantissime, idee. Una, però, l’hanno presa per mano. Per portarla fin qui.
Babbo Natale quest’anno ha perso le idee. Le ha seminate per strada. Così ci siamo occupati di raccoglierle tutte per portarle nella nostra galleria. Per farlo, abbiamo chiesto aiuto ai nostri artisti perché i suoi aiutanti erano molto occupati.
Echi, ombre e riverberi visivi. Immagini moltiplicate da innesti e stratificazioni si condensano a ritmo serrato nelle caleidoscopiche e scenografiche invenzioni di Michele Liuzzi. Spazi e tempi differenti convivono in ogni opera, frutto di un accurato montaggio di materiali di repertorio, accostati o sovrapposti per layers, ricreando luoghi tanto irreali quanto evocativi, densi di infinite possibilità narrative lasciate aperte allo spettatore.
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